Ancora una volta il girl power approda su Menabòh per un’azienda in cui le quote rosa fanno parte dello stesso dna. Annagiulia Firenze sposa il progetto e lo incontra per una piacevole chiacchierata.
Anche Annagiulia, come Menabòh, è un progetto che affonda le sue radici presso il Polimoda Fashion Institute di Firenze, diramatosi a seguito a livello internazionale grazie ad un internship newyorkese presso LRS e il Rising Star Designer of the Year londinese. Come è nata l’idea di fondare una start up dal chiaro imprinting Made in Italy?
Il nostro lavoro nasce da una tradizione familiare iniziata nel 1947 grazie all’atelier fondato dai nostri nonni. Due grandi appassionati di tessuti che decisero di aprire ad Empoli la propria attività sartoriale prelevata, a seguito, da mia madre che divenne anche una visionaria talent scouter. La prima a selezionare e a portare in città brand come Kenzo. Il vissuto e la voglia di creare un prodotto di nicchia, che unisse il linguaggio della contemporaneità alla cura sartoriale, hanno dato vita ad Annagiulia Firenze.
Annagiulia racconta due metà, il sottile filo rosso che unisce la sorellanza. Una, Giulia, impegnata del womenswear e l’altra, Anna, nel settore accessori e nello scouting. Quanto è importante il vostro connubio nella fase progettuale?
Per noi è fondamentale. Al duo si aggiunge anche la sorella maggiore che si occupa della parte commerciale. La nostra operatività al femminile è molto fluida e nessuna invade il campo di competenze dell’altra. Il successo è dato dal lavoro in team che parte sin dallo sviluppo delle collezioni.
Tutto è nato da sofisticatissimi slip dress e vestaglie tirate fuori dai cassetti della nonna pronte per essere proiettate in un guardaroba cosmopolita fatto di tradizione e demi couture. Il brand ha anche una vena sostenibile?
Assolutamente si. Siamo un brand indipendente che , innanzitutto, non sovrapproduce. La nostra volontà è sempre stata quella di produrre meno e meglio e non diamo stagionalità alle collezioni. Il processo di realizzazione è sostenibile così come la scelta di alcuni tessuti. La stessa tintura dei pizzi, effettuata nel nostro laboratorio, è realizzata interamente a mano e con colori naturali.
Siamo state, inoltre, le fautrici del primo e-commerce moda italiano ad aver dato la possibilità di ordinare il “fatto a mano e su misura” con tempistiche di ricezione abbastanza snelle.
Due le collezioni individuate per le proposte e le sorprese Menabòh, quali suggerimenti di stile date alle future acquirenti che li vogliono indossare?
Far parte delle proposte Menabòh ci rende entusiaste. Il progetto ci è piaciuto sin da subito e la volontà è stata quella di mettere a disposizione la nostra campionatura per la sua clientela.
Anche virtualmente diciamo alle nostre affezionate di mixare i capi dandogli una nuova interpretazione nel segno del divertimento e optando per accostamenti inaspettati.
Uno degli obiettivi del brand è quello di consolidare una propria identità riconoscibile nel mondo della moda e della lingerie, partendo dal nuovo headquarter romano. Come e dove vi proiettate nei prossimi anni?
Abbiamo grandi sogni, uno di questi è quello di vedere il salotto romano in altre location. Luoghi dove poter trovare e provare capi al di fuori dal comune. Le nostre clienti dicono che nel punto vendita si respira un’ aria diversa. Semplicemente vorremmo che questa sensazione fosse percepita in tutti gli angoli del pianeta.